Scuola secondaria di primo grado, Lombardia.
«L’istituzione: “Signora sua figlia (con ritardo mentale) non è il caso che venga in gita all’EXPO (con i suoi compagni di scuola): sa… non è una gita adatta a sua figlia” La mamma: “In pratica deve stare a casa. Normale? A me non sembra!”»
Non ho fatto un riassunto scrivendo le tre righe sopra, è quanto è accaduto. Non ci sono altre motivazioni, spiegazioni, pensieri che sono stati esposti per dare senso ad una richiesta di questo genere da parte della scuola…. PERCHE’ NON ESISTONO!!!!!
Sapete qual’è stato il mio primo pensiero di fronte a questa notizia? Ora cerco di raccontarvelo.
Io sono stata tre volte ad EXPO. Volevo andare con i miei figli, ma poiché non riuscivamo ad andare tutti insieme perché non c’era mai un giorno che potesse essere libero per tutti contemporaneamente, sono andata a turno con un “paio” di figli per volta, E in due occasioni è venuta anche Francesca (quella col cromosoma in più, con grave ritardo mentale…… quella che lavora per intenderci!!!).
Ho sempre cercato di portare Francesca ovunque, anche spingendomi, forse, un po’ oltre la sua personale resistenza alla “fatica”. E per fatica intendo qualunque fatica, cognitiva, fisica, emotiva. Però sapevo che, per fortuna, esistono piccole agevolazioni, che le permettono di “stare” in certe situazioni anche se un po più difficoltose per lei. (Su questo argomento potremo anche tornarci ma ora non è il focus del mio scrivere oggi). Premetto anche che su EXPO ero un po prevenuta, come tanti di noi, sia sui contenuti generali, sul bisogno o meno di andarci e perché, sull’organizzazione. Bene mi sono ricreduta su tutti i fronti. E’ stata un’esperienza molto interessante da tanti punti di vista. Qui mi soffermo sull’offerta che EXPO ha dato alle persone con disabilità. Le agevolazioni che hanno pensato e messo in atto per le persone con disabilità, sia per il parcheggio che per le visite ai padiglioni, sono state concrete e hanno permesso a Francesca e alla sua resistenza di poter visitare l’esposizione in maniera serena e riuscire ad apprezzare tante cose che altrimenti non sarebbe riuscita a cogliere. Si, perché passare tre ore in coda per entrare nel padiglione Italia non è facile: non è facile per nessuno ma vi assicuro che in certe situazioni è anche peggio. Allora puoi decidere se fare la coda, resistere ed entrare, e quando entri sai comunque che apprezzerai i suoi contenuti. Oppure decidere di rinunciare, con la consapevolezza che avrai tante altre occasioni per vedere altro da altre parti, perché sai già che la prossima estati con i tuoi amici hai già pensato di organizzare un viaggio in giro per l’Italia e visitare Roma, Firenze e Venezia. Se hai una disabilità, spesso decidere di fermarti in coda per tre ore non è una scelta, è impossibile. E quindi rinunci punto. E perdi delle occasioni e degli stimoli, a priori.
Ora aggiungiamo un’altro elemento. Io, con la “scusa di mia figlia”, ho visitato il padiglione Italia, che quando sono andata con altri figli, non avevo visitato perché non ho avuto voglia di fare la coda.
EH SI!!!!! Mi sono potuta permettere un’agevolazione anch’io!
Dove voglio arrivare; vediamo se riesco a passarvi il messaggio.
Ingredienti: Sara, ragazzina con disabilità, i compagni di scuola, un paio di prof, EXPO.
Impasto: tutti in coda per entrare nei vari padiglioni. A turno Sara, una prof e un paio di compagni visitano un padiglione nella corsia agevolata mentre gli altri continuano a fare la coda.
Cottura: Sara ha partecipato alla gita come è suo diritto farlo. Tutti i compagni hanno visto almeno un padiglione in più senza “soffrire”. Tutti i compagni si sono avvicinati a Sara, magari per un motivo di comodo, ma intanto è accaduto. Sara non è mai rimasta sola. E anche le prof a turno ci hanno guadagnato.
Risultato: EXPO è stata una piccola occasione di inclusione scolastica concreta.
DIFFICILE? Difficile provare a pensare al bicchiere mezzo pieno???? Può darsi che non sarà tutto così semplice, può darsi che Sara abbia qualche momento di difficoltà, può darsi che comunque nel pomeriggio sia un po più stanca…..ma ci sono delle bellissime poltrone sparse per stendersi e riposarsi, tanti gradini per accovacciarsi ovunque, qualche padiglione meno caotico simpatico da vedere comunque… ecc ecc ecc. Ma la parte piena di quel bicchiere LA VOGLIAMO VEDERE O NO??????!!!!!!!
Buona giornata a tutti….. e, se può servire, passate parola a qualche professore….magari coglie il suggerimento!!!!!!
Manuela